



FOCUS - L'ULTIMO EROE (2020)
Corto realizzato per il 48 Hour Film Project 2020.
"In un tempo simile al nostro, il clima e le condizioni atmosferiche portano con loro una misteriosa malattia che, inoffensiva per l'uomo, cancella all'istante i poteri dei supereroi.
Focus, un giovane eroe dotato di telecinesi, è ormai un recluso.
Non esce mai di casa e passa le sue giornate trascinandosi per il suo piccolo appartamento, tra l'autocommiserazione e le chiacchiere con Ras, palloncino a cui l'eroe ha disegnato un volto, totem della sua coscienza interiore.
Tuttavia, una giornata iniziat come tante altre, si rivelerà essere per Focus decisiva per la sua vita.
Quando Carlo Angelini, custode del palazzo dove abita e, forse, suo unico amico si ritroverà in pericolo.
Il nostro eroe dovrà decidere se tener fede alla sua vocazione e salvarlo o rinnegare il suo vero io e rimanere nella sua tetra solitudine."
Il 2020 è stato un anno che nessuno di noi riuscirà a dimenticare.
Ha lasciato un segno indelebile e ha sconvolto le nostre vite.
Nonostante il momento difficile, il bisogno di aggregazione che ci distingue ha contribuito a tenerci uniti nella speranza.
Questo forte sentimento ha permesso ad un team di poche persone di dar vita ad un cortometraggio permeato da un significato molto profondo.
In concorso al ”48 Hour Film Project”, “Focus - l’ultimo Eroe” ha portato la sensazione di isolamento che tutti noi abbiamo provato in questi lunghi mesi, un senso di inadeguatezza e di impotenza.
E poi l’amore per la vita che contraddistingue l’intera umanità, l’assoluto rifiuto della perdita, della morte… perché un uomo senza paura è un uomo vuoto, proprio come il palloncino con cui il protagonista del cortometraggio interagisce.
Sono davvero felice di aver partecipato alla composizione della colonna sonora di questo bellissimo progetto insieme a Tecla Zorzi.
Ho deciso di pubblicare i brani che ho prodotto per poterli condividere con tutti voi.
Sono delle tracce molto brevi che accompagnano le azioni di Focus durante l’intero corto e proprio per la loro durata ridotta ho deciso di creare per ogni singolo audio post specifici che accompagnino l’ascoltatore all’interno del processo compositivo che le caratterizza.
Un enorme ringraziamento va ad Alberto Pagnotta per aver prestato la sua affascinante voce in veste di narratore.
È stato davvero incredibile poter collaborare con un professionista del doppiaggio.
Grazie infinite a tutti coloro che seguiranno questo piccolo format che ho creato con tanta passione.

1. RISVEGLIO
L’intera colonna sonora si regge su un semplicissimo tema di 4 note.
La melodia, molto semplice, racchiude gli stilemi del genere epico e si propone come main theme di un ipotetico gruppo di supereroi del quale lo stesso Focus fa parte.
Lo sviluppo dei brani si focalizza sul ricordare insistentemente allo spettatore il ruolo da supereroe del protagonista tenendo, però, sempre conto degli sviluppi che hanno portato Focus ad essere l’uomo che vediamo nel cortometraggio.
In particolare, questo brano si apre con l’esposizione del tema sull’immagine di un fumetto sui supereroi da parte di uno strumento molto distante dalla realtà epica, un suono che il nostro orecchio riconduce più ad uno stato di calma e relax: il pianoforte.
Questo perché assistiamo ad un risveglio mattutino, il destarsi da un semplicissimo sonno… nulla che suggerisca un particolare impatto emotivo.
Ad accompagnare il pianoforte, un leggero pad e l’armonico dei violini… un’unica nota.
Staticità.
La luce del sole entra dalla finestra e illumina la stanza, la percezione di un giorno che potrebbe raccontarci una storia nuova… ed ecco un crescendo orchestrale che si affida ai fiati per suggellare un patto con un futuro epico, ma pur sempre intriso di quella delicatezza che contraddistingue ogni risveglio.
Il tutto culmina con l’intervento di un'arpa, altro strumento caratteristico dei momenti più intimi, che interrompe bruscamente quello che la musica stava suggerendo essere quasi un’eroica rinascita.

2. L'ULTIMO EROE
“Un’ultima cosa…”
Queste sono le parole di Carlo Angelini che “innescano” il secondo brano.
Ritroviamo anche in questa composizione il senso di staticità suggerito dal pad e dai violini all’inizio del cortometraggio.
Poi il disegno del figlio che viene fatto scivolare sotto la porta e raccolto da Focus.
Ad accompagnare il pianoforte nel tema vibrano le corde di un’arpa, uno strumento che oltre ad essere legato all’intimità trova conferma della sua delicatezza anche nel rievocare l’innocenza dell’infanzia.
Gli strumenti sembrano indicare una situazione quasi di stallo.
Il protagonista non parla e il custode si aspetta una qualche reazione per questo gesto… forse proprio quell’emozione che viene, però, celata da una porta chiusa.
Qui interviene l’intera sezione di archi che, con un accordo in breve crescendo, accompagnano indirettamente lo spettatore a quella che sarà una risoluzione sia armonica che emotiva.
“Sa? Per noi è ancora un supereroe”
Queste parole scaldano il cuore di Focus e quale miglior occasione, quindi, per coinvolgere in questo calore anche lo spettatore servendosi di un’intera sezione di archi che aprono il percorso verso il cuore con un semplice e delicato accordo maggiore.
L’inclusione degli strumenti con range più grave contribuisce a creare la sensazione di un tenero abbraccio che ci avvolge.
È un momento, un breve istante prima che il protagonista si congedi da Carlo e torni alla sua vita, accompagnato ora dal ricordo di quel disegno, da quell’arpa che ci ha prima introdotto al figlio del custode.

3. IL DISEGNO
Siamo arrivati al terzo ed ultimo brano.
Ormai dovremmo aver preso familiarità con i suoni e il loro uso per esprimere una certa staticità emotiva (che deriva in primis da una vera e propria immobilità nell’armonia).
Riusciamo a riconoscere anche le note del tema eroico che contraddistingue Focus.
Ma questa volta percepiamo un distacco dalla realtà da parte del nostro protagonista, immobile a fissare quasi ipnotizzato il disegno che il figlio del custode ha realizzato.
Ecco che ad accompagnare il pianoforte ora troviamo un sintetizzatore, un suono ovattato che risuona colmo di riverbero… proprio come i pensieri nella testa di chi è assorto e si assenta anche solo per un istante dalla realtà che lo circonda.
L’intero brano è costruito sul modo lidio, una particolare successione di intervalli tra una nota e l’altra che mirano a conferire un tono mistico… etereo.
I fiati, nella seconda parte dell’esposizione del tema (inizialmente affidata al pianoforte e al sintetizzatore), si fermano sulla nota specifica del modo prima descritto proprio per catturarne la piena essenza di sospensione.
Più il brano procede, più il nostro orecchio comincia, però, ad identificare un altro suono, un sibilo cristallino e metallico, quasi freddo, che si fa sempre più presente: il gelido legame con l’arida realtà che consuma ogni singolo giorno di Focus.
Il crescendo di questo suono glaciale e la sospensione armonica dei fiati creano, sovrapposti, una dissonanza appena percettibile.
È proprio questo il disturbo che porta lo spettatore ad ipotizzare un brusco cambio di rotta, proprio come quando la musica in un horror ci avverte di ciò che sta per accadere da lì a poco (o vuole semplicemente creare la tensione che prova il personaggio all’interno della scena).
Ed ecco che il brano si interrompe e con esso anche quella sua atmosfera onirica riportando Focus alla realtà… e alla sua pasta che sta bruciando nella padella.
Con il terzo brano concludo questo piccolo esperimento.
Il mio obiettivo era quello di avvicinare le persone al mondo della composizione, a ciò che sta dietro un brano.
Come avete visto, anche 4 semplici note e pochi secondi sono il frutto di un immenso lavoro che parte, prima di tutto, da un’analisi delle emozioni, delle sensazioni per poi studiare differenti metodi per indurle nello spettatore.
A volte ci si riesce, altre volte meno… ma la cosa di fondamentale importanza è fare tesoro di ogni singola esperienza, di ogni opinione (anche quella che può, in un primo momento, risultare la meno professionale e fuori contesto).
Tempo permettendo mi piacerebbe portarvi per mano attraverso questo magico mondo, utilizzando termini semplici e alla portata di tutti in modo da potervi raccontare una bella favola piuttosto che sciorinarvi un trattato armonico.
Spero che questo modo di raccontarvi il backstage del mio processo compositivo vi abbia incuriosito o vi abbia anche solamente fatto passare un paio di minuti in compagnia dei vostri pensieri.